Zeugma n° 10

C'è un ragazzo che come noi amava i Beatles e i rave illegali degli anni '90, che viveva in un presente eterno e al futuro pensava come si pensa a quella cambiale costosissima che hai firmato con l'illogica speranza (non il ministro ) che non arrivasse mai il giorno in cui saresti stato costretto a pagarla. C'è però un giorno in cui quel giorno arriva, e non è più tempo di reinventare un'esistenza, perché qualcuno l'ha già fatto al posto tuo: c'è un palmare su cui segnare gli spostamenti, una tabella virtuale da riempire con i risultati del giorno, una bottiglia in cui pisciare per non perdere secondi preziosi. Eccetera eccetera. Ci sono quelle storie che quasi non serve problematizzare e narrativizzare in un film, perché sono parte fondante e costitutiva del reale e come tali intimamente iperreali: odissee kafkiane che il cronista di turno sbeffeggia senza ritegno , lotte silenziosa dove il sintagma dostoevskijano "umiliati e offesi" assume finalm