Controfattuale (20 a-c)
Meno male che quella volta, durante un'estenuante partita a Pictionary disputata in campo neutro in un arco di tempo di otto ore e mezzo, il Professor Ritmo ebbe l'intuizione di chiedere ad uno dei partecipanti, un tizio taciturno che fino a quel momento se n'era sempre stato per i fatti suoi, di rispondere con sincerità a tre precise domande target: chi fosse il suo evangelista preferito, quale fosse la città più bella che avesse mai visitato e di che cosa avrebbe avuto più bisogno in quel momento. La leggenda narra che l'uomo lo fissò negli occhi per almeno dieci minuti e poi, solo quando il silenzio era già da tempo calato nella stanza, finalmente si decise a rispondere: "Luca Cordero di Montezemolo". Nessuno sentì in fondo il bisogno di chiedere cosa fosse quel "Montezemolo" di cui l'uomo misterioso sembrava aver bisogno, né, d'altro canto, obiettare sul fatto che non esistesse nessuna località denominata "Cordero": quantomeno i gusti biblici erano insindacabili. Castelvetrano non era mai sembrata così bella.
Meno male che il piccolo Joseph, a cui era stato intimato con forza di unirsi alla gioventù nazionalsocialista del tempo, trovò il coraggio di ergersi in tutta la sua fierezza prepuberale di fronte ai propri interlocutori, proponendo con questo di rilanciare la posta: non solo sarebbe stato lieto di diventare un fervente nazista, ma si sarebbe impegnato in prima persona per creare un ponte fra la sapienza esoterica di destra e la tradizione patristica. Voi tutti ora starete credendo che io mi riferisca all'unico e vero papa, il compianto Benedetto, ma questo non è altro che un fastidioso riflesso della vostra tendenza a pensare sempre male. Non sapete forse che chi pensa male vive male e giudica male? Non sapete che ognuno di noi guarda il mondo dall'oblò della propria personale prospettiva kantiana e che quindi, se ogni cosa fosse davvero filtrata dal nostro sospetto, verrebbe fuori un mondo di merda? Vi meritate di non essere convinti del contrario. La questione su chi sia davvero Joseph è destinata a rimanere aperta.
Meno male che i Måneskin, alla conferenza stampa indetta per annunciare il novantesimo disco di inediti in sei anni, omisero un dettaglio fondamentale: per celebrare la cifra tonda, tutti i pezzi erano stati scritti da Robert Wyatt e interpretati dalla chitarra solista di Julian Lage, per l'occasione accuratamente truccato da Ghigo Renzulli. Uno lo potrebbe vivere come il vanto definitivo, il trionfo critico dopo anni di frecciatine sarcastiche: non il quartetto romano, rimasto ancora scottato dall'improvvisa dipartita di Tom Morello, riempito di piombini nell'occhio sinistro da un afecionado dei Rage Against The Machine rimasto particolarmente deluso dalla sua logica di collaborazioni. Uno si potrebbe chiedere come sarebbe andata a finire se Morello fosse ancora qui con noi. Provate a vederla da un'altra prospettiva: e se invece proprio i RATM non fossero mai esistiti?
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