Controfattuale (24 a-c)

Meno male che quel giovane promoter di sinistra, alla ricerca di nomi freschi e papabili per il festival estivo dell'organizzazione non governativa di cui faceva parte ancor prima della sua nascita, ebbe l'idea malsana di contattare in privato su Telegram Cristina Gauri, che il povero sventurato conosceva ancora con il vecchio alter ego di Miss Violetta Beauregarde e che, a sua insaputa, era ormai diventata da anni l'ancella del focolare di CasaPound. Pensando forse di omaggiare le strategie di cortesia negativa di Brown e Levinson, il giovane promoter azzardò un approccio cauto al soggetto, utilizzando la forma allocutiva di cortesia più diffusa nel mondo occidentale. Non aveva tuttavia fatto i conti con il fatto che l'Occidente, come benissimo sa chi ha assistito ad almeno due minuti di propaganda ideologica del Grande Fratello di Confindustria Emanuele Severino, era morto; bisognava pertanto tornare all'universo contadino, al sacro disvelato, ai rapporti zoofili nelle stalle gelide d'inverno, e insomma, Cristina Gauri si incazzò come una iena, pretendendo inutilmente l'adozione interpersonale del Voi fascistissimo e minacciando una querela definitiva contro l'intera Quarta Internazionale.

Meno male che Calenda, vent'anni prima di stringere il patto elettorale definitivo con Renzi, aveva ricevuto in sogno un avvertimento del Dalai Lama: se avesse voluto continuare a slinguare bimbi impunemente, al contempo evitando di dover pagare alle tre ex mogli gli onerosissimi conguagli di mantenimento per i suoi diciassette figli, avrebbe dovuto rinunciare in partenza a qualsiasi idea sulla costituzione del Terzo Polo. L'unico problema è che, nel sogno di Calenda, il Dalai Lama gli parlava a voce molto bassa da un treno in corsa, ed era pertanto piuttosto difficile capire cosa stesse dicendo. Calenda pensò infatti fosse tutta un'allucinazione onirica e non ci diede troppo peso. Ma la vita è un sogno, come ci insegna Calderón, e i sogni riflettono ogni aspetto della vita. Calenda questo non poteva saperlo: alla letteratura aveva sempre preferito la teologia. Morale della favola: se non volete morire democristiani, studiate la letteratura.

Meno male che, al decimo coccodrillo che riportava falsamente la notizia della morte del 185enne Berlusconi, il pullman di supporter del Cavaliere che dall'Isola di Pasqua stava muovendo in direzione Milano decise di deviare su Roma, dove in quel momento il Presidente della Repubblica dei Soviet Giuliano Amato era in colloquio privato con la mente dietro la macchina del fango mediatica contro il Cavaliere, Corrado Augias. Voci di corridoio affermano che, nel momento in cui i fedelissimi berlusconiani avevano fatto irruzione nel palazzo presidenziale armati di spray al maschio alfa, Augias stesse riferendo ad Amato dell'allarmante email ricevuta la sera prima, quando uno sconosciuto principe ugandese gli aveva inspiegabilmente offerto la sua eredità di 315 miliardi di euro. Forse che in Uganda era stato definitivamente adottato l'euro? Il resto della conversazione venne coperto dalla densa nebbiolina delle bombolette spray. Non a caso, a partire dal giorno successivo, i media di stato avrebbero già cominciato a ventilare l'ipotesi di un nuovo governo Berlusconi.

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