Controfattuale (23 a-c)

 


Meno male che, durante i lavori per la costruzione del Ponte sullo Stretto, ci si rese conto che il tratto di mare che separava Messina da Reggio Calabria appariva infinitesimale solo per uno scherzo di prospettiva, quando in realtà le due città distavano tra loro in linea d'aria circa 716 km e, per congiungerle, ci sarebbe voluta un'opera architettonica di proporzioni gargantuesche, una piattaforma spaziale in vetrocemento capace di resistere ad ogni agente atmosferico e al movimento contemporaneo di almeno quattordici placche tettoniche. Dal momento, tuttavia, che per il progetto erano già stati stanziati sedicimila miliardi di euro, un tentativo venne comunque fatto, ma il tutto - come noto - si concluse tragicamente quando un operaio di Gela, fumando una sigaretta nell'unica pausa di due minuti e mezzo del suo turno di diciannove ore giornaliere, diede inavvertitamente fuoco al cantiere, scatenando un incendio devastante che ridusse in cenere metà del rimanente patrimonio boschivo siciliano. Quell'operaio, si scoprì solo molto più tardi, era un agente segreto del partito antiecologista guidato dal Venerabile Maestro Chicco Testa.

Meno male che, giunto sul posto dopo aver risposto ad un annuncio per diventare il nuovo bassista dei Metallica, Jaco Pastorius si accorse con orrore di non ricordare più la pentatonica standard in sol. Sapeva shreddare bassi fretless, inserire ghost notes in triplette dissonanti a 150 bpm, alternare slap e plettro nell'esecuzione della stessa frase musicale, persino giocare con le frequenze dei lati opposti della tastiera, ma quanto alla pentatonica, quella non voleva saperne di uscire. I Metallica gli sorrisero educatamente prima di congedarlo: per farlo sentire più a suo agio, addirittura, Lars Ulrich la buttò sul ridere, sbagliando appositamente una semplicissima rullata sui tom. Questo atto di empatico cameratismo, tuttavia, mandò su tutte le furie Pastorius, che il giorno seguente avrebbe fatto irruzione in un centro commerciale di Borgoricco, uccidendo ventuno persone e ferendone altre quindici prima di essere neutralizzato dall'esercito indipendentista.

Meno male che a Federico Zeri, ormai demente e dissennato sul letto di morte, nessuno ebbe il coraggio di ricordare che era stato proprio lui, in un tempo lontano ma non troppo, a scoprire e curare sotto la sua ala rigorosamente patriarcale quel mostro ctonio rispondente al nome di Vittorio Sgarbi. Sgarbi, saputo del maestro con un piede nella fossa, inviò dei cioccolatini Ferrero Rocher che, ovviamente, Zeri non avrebbe mai potuto mangiare e che, infatti, ne approfittò per riprendersi qualche giorno più tardi, alla camera ardente. Perché ricordare tutto questo, vi chiederete? Beh, forse che voi non avete mai fregato gli spiccioli dal portafoglio del nonno cieco, facendo finta li avesse persi per strada? Non siete forse anche voi, come tutti, lo specchio perfetto delle delusioni del genere umano?

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