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Visualizzazione dei post da luglio, 2021

Zeugma n° 22

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Zeugma è stata una rubrica che ha avuto a che fare con recensioni occulte di film: ovvero, apparenti discorsoni sui massimi sistemi e sui cazzi miei che, in verità, erano soltanto divagazioni guidate su trame di pellicole di cui non è mai stata fatta menzione esplicita. Nell'ordine, abbiamo parlato di Kaufman, Iványi, Noé, Knautz, Andersson, Salce, Ferreri, Pier Francesco, Damiani, Loach, Franco, Zhao, Makridis, Brocani, Zeller, Gelormini, Terzić, Wheatley, Becker, Dupieux, Balaban. Ogni pezzo ha avuto sempre e solo una contrainte , per dirla con Queneau: l'utilizzo sovraesteso di frasi esistenziali per ingenerare ulteriore fastidio e incertezza in chi ascolta. Esplicito oggi tutte le regole del gioco non perché, magari, questa sia effettivamente l'ultima rubrica che debba mai curare per una trasmissione radiofonica - oddio, forse lo sarà pure, ma al momento nessuno può dirlo con certezza: no, lo dico perché, mentre noi facciamo metarealtà e ridiamo delle disgrazie nostre e

Zeugma n° 21

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  C'è un nucleo di frasi sempre uguali che vengono usate a sproposito in ogni occasione possibile, senza un vero criterio, mezze citazioni alate non riconosciute il cui unico scopo, ormai, è punteggiare discorsi identici a sé stessi. Quelle del tempo atmosferico e cronologico, che abbiamo preso in prestito dai prossimi vincitori degli Europei. Quelle del si stava meglio quando si stava peggio. Quelle benaltriste. Infine quelle sulla famiglia, che in quanto culla del cattolicesimo mondiale possiamo fregiarci di aver inventato e promosso noi. Tutte le famiglie felici etc. etc. Non c'è miglior rifugio della tua famiglia. Ogni scarraffone etc. etc. Pensate al massimo della gioia e della realizzazione personale: tutti insieme appassionatamente in una famigliola piccolo borghese nell'America degli anni '50. Chiudete gli occhi e provate a immaginare: c'è il linoleum immacolato, c'è l'automobile sportiva parcheggiata di fronte alla serranda semichiusa di un garage b

Zeugma n° 20

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C'è un fatto abbastanza triste che mi è capitato lo scorso autunno e che vorrei brevemente raccontare giusto per permettere ai più cinici dei nostri ascoltatori di mettersi in un angolo a sogghignare di me e a dire quanto fosse meglio Massimo Riserbo la scorsa stagione, quando si parlava di morte in una puntata e di tette e culi nell'altra. C'è un ordine animale, quello dei soricomorfi, cui appartengono questi buffi esseri che comunemente chiamiamo talpe , indefessi scavatori sotterranei che condividono almeno una cosa con Bocelli (e non è una villa in Toscana con 5000 ettari di parco) e che a vederli così ti farebbero pure tenerezza, non fosse che potrebbero trasformare persino il labirinto di Valsanzibio in una riproduzione fedele del viso di Alex Turner degli Arctic Monkeys quando aveva 17 anni . C'è stato un giorno in cui una colonia di talpe si è presentata di fronte a casa e poche ore dopo il consiglio supremo del soviet condominiale ha unanimemente deliberato i