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Visualizzazione dei post da gennaio, 2020

Ah, mici!

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Dire che non vado matto per l'ultimo periodo de Il Teatro Degli Orrori - diciamo la seconda metà, gli ultimi due dischi, tanto per capirci - sarebbe un po' un eufemismo. In particolare, oggi come allora, sono convinto che Il Mondo Nuovo , il terzo disco, sia il più classico dei giganti dai piedi d'argilla, un lavoro la cui enorme ambizione ne ottenebra la scrittura e fa collassare tutto sotto il peso di un concept che, nell'ansia di dire tutto, riesce a dire molto poco. Sono anche convinto, tuttavia, che il disco successivo, quello omonimo , non sia affatto così male come lo si dipinge: e che molte delle critiche, a mio avviso ingenerose, che ha catalizzato siano dovute proprio all'ingombrante ombra lunga del suo predecessore. In particolare c'è un pezzo, nella tracklist de Il Teatro Degli Orrori , che a mio avviso è quasi al livello dei grandi classici dell'esordio, Dell'Impero Delle Tenebre (2007) e del disco successivo, A Sangue Freddo (2009).

Senza estensione

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Vi devo fare una confessione: per me Chomsky ha ragione. Di più: l'ha sempre avuta. E non parlo certo dei conflitti ebraico-palestinesi - a proposito, saluto i due sponsor, Soros e bin Salman ... né tantomeno delle teorie sull'11 settembre - a proposito, il mio amico!, saluto il mio amico John Cena , che in diretta ha celebrato quella panzana incredibile sulla morte di bin Laden !... no, ecco, parlo di lingua . Non la nostra lingua: lingua , senza articolo. Lingua, cioè, come capacità biologica propria dell'essere umano e in lui stesso innata. Lingua, quindi, come proprietà di combinare un numero discreto di elementi per generare combinazioni potenzialmente infinite, che siano rette sulla gerarchia (come Sanremo ) e sulla ricorsività (come Radio Sherwood ). Non può essere diversamente da così: se la lingua... cazzo, mi è scappato l'articolo... vabbè. Se la lingua servisse per comunicare, dovremmo fare tabula rasa di tutte le ambiguità , le vaghezze , le impre