Controfattuale (25 a-c)
Meno male che, una volta catturato l'orso killer che si era apparentemente reso responsabile di cinquecentonove aggressioni in dodici giorni nelle foreste di conifere attorno a Milano, ci si rese conto, in realtà, che si trattava di Carlo Calenda con indosso un costume approntato da Sergio Stivaletti e che gli attacchi alle sventurate vittime erano stati degli stunt che avrebbero fatto parte integrante del film-evento dell'anno, il ritorno dietro la macchina da presa di Dario Argento dopo uno iato di quarantadue anni. Calenda aveva accettato di prestarsi all'operazione perché, nel più grande piano architettato in segreto nella sua testa, voleva mettere in rilievo l'assoluta inefficienza delle politiche di sicurezza del governo guidato da Giancarlo Magalli, discreditandone con questo la linea politica e rilanciando il proprio movimento centrista. L'imprevisto era tuttavia dietro l'angolo: sette delle cinquecentonove aggressioni ricostruite sul set finirono effett