Zeugma n° 16
Ci sono fatti ed accadimenti nel mondo così orribili ed indicibili che per affrontarli, anche solo finzionalmente, ci vogliono uno stomaco d'acciaio e un'intenzione di ferro. D'altro canto, si sa, la realtà supera sempre ogni immaginazione eccetera eccetera . C'è però modo e modo per parlare di quello di cui non si riesce a parlare, di trattare l'Intrattabile. C'è stata una sera di dieci e passa anni fa in cui mi sono, forse per la prima volta, sinceramente incazzato con un'opera finzionale , e non per ciò che sosteneva o non sosteneva, mostrava o non mostrava, per gli assunti da cui era infornata e per le conclusioni che traeva o non traeva, ma per la profonda disonestà che permeava ogni fibra dell'approccio a un tema terribile e, purtroppo, misconosciuto, ancora oggi. Il fatto è questo: se gli unici riflettori che vengono accesi non servono ad illuminare funzionalmente l'oggetto ma, piuttosto, ad accecare inutilmente l'osservatore, che conclusi