Controfattuale (12 a-c)


Meno male che quella volta Amber Heard, donna la cui bellezza era forse pari al solo spirito goliardico, decise di raccogliere i suggerimenti del proprio migliore amico pasticcere, sulla cui spalla aveva appena finito di piangere la crisi della propria relazione amorosa col turbolento Johnny Depp, di regalargli un dolce di cioccolato a forma di stronzo e farglielo poi trovare sulle immacolate coperte bianche del letto. Un monito tabuizzato, da un lato, e dall'altro un tentativo bachtiniano - lei che di Bachtin era peraltro grande ammiratrice - di recuperare carnascialescamente un feeling ormai evaporato fra incomprensioni, detti-non detti, abusi fisici e psicologici e code domenicali all'Iper Rossetto. Peccato solo che il buon Depp, come da migliore tradizione piratesca, avesse a sua volta deciso di risollevare il rapporto amputandosi un dito e firmando un nuovo patto di fedeltà ematica: un approccio azionista alla sfera sentimentale che in nessun modo poteva armonizzarsi con il recupero metonimico della sacralità pagana anelato da Amber. Insomma, finì con un divorzio.

Meno male che il 'vaiolo delle scimmie' era solo l'ultima delle parole d'ordine che il cerchio magico del potentissimo Claudio Scajola aveva ideato per innalzare la già considerevole protezione attorno all'ultimo grande maestro della Massoneria. Scajola era convinto, e forse non a torto, che la sopravvivenza dell'ordine da lui presieduto non potesse prescindere da un costante riferimento a quanto della distopia fantascientifica letteraria avrebbe potuto trovare posto nella distopia più grande di sempre, la realtà: quello che però non poteva sapere era che nell'epoca dell'iperoggetto il confine tra ciò che è vero e ciò che non lo è si era ormai svuotato di qualsiasi senso - quandanche ne avesse mai avuto uno. Poi però un gallo cantò tre volte e, con esso, un membro del cerchio magico di Scajola. La pandemia immaginata era ora divenuta reale. (Si apre così lo script originario de "L'Inceneritore" di Pier Francesco)

Meno male che Valerio Staffelli, mentre si apprestava a girare un reel per i suoi incomprensibili follower di Instagram, riferendo nel dettaglio di un pranzo preparato seguendo rigorosamente i dettami di Ortone, Cucio e Giorgina, catturò involontariamente su schermo un omicidio di mafia e, per questo, venne ricompensato con una qualche medaglia all'onore della Repubblica. Certo, il fatto che le vittime fossero poi risultate essere Fabio e Mingo avrebbe dovuto far nascere in qualcuno qualche sospetto, ma a nessuno venne in mente di fare un collegamento logico fra i due più attrattivi poli umoristici di Striscia: a nessuno, se non ad una giovane ricercatrice di provincia che, per questo, venne sbeffeggiata ed ingiuriata. Fu dalla frustrazione per non essere stata creduta che, come contraccolpo, crebbe a dismisura l'ambizione di poter divenire qualcuno, qualcuno messo in condizione di dire e finanche imporre la propria. Quella ricercatrice era Emma Bonino.

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