Controfattuale (11 a-c)

 

Meno male che, alla sedicesima inopportuna e non elicitata palpata di culo, alla giovane Angela Davis venne finalmente il dubbio di non aver fatto la scelta più saggia ad accettare la partecipazione, come keynote speaker, al centoventesimo raduno mondiale degli Alpini, il cui slogan promozionale era stato sobriamente coniato come "Ave Maria, piena de graspa". Come biasimare Angela, scaraventata in men che non si dica dai quartieri generali dell'afrofuturismo leninista armato ai pratoni in vetroresina della Valsugana, in cui ogni respiro di troppo può far guadagnare uno scopamico penna nera, un hangover o un cancro ai polmoni? In verità c'era stato un grande fraintendimento con Dacia Maraini, la testa intellettuale di ponte che aveva coordinato la calata di Angela in Italia. Dacia infatti aveva predisposto tutto il possibile perché la Davis potesse godere di un momento di centralità assoluta al Pini, che all'epoca era il circolo culturale di riferimento per la sinistra extraparlamentare italiana, un postaccio di merda che un giorno sì e l'altro pure veniva monopolizzato dalle esibizioni già stracciacoglioni di De Gregori. Un banale problema di parsing sillabico, insomma, che però fu alla base dell'inevitabile conversione di Angela Davis al suprematismo ariano. E Dacia Maraini? Niente, sta là, scrive.

Meno male che, sulla strada per andare a suonare un set acustico nella metropolitana di Kiev, l'auto blindata su cui viaggiavano Bono e The Edge fu speronata da un caterpillar kantiano del battaglione Azov che, forse ingannato dai riflessi degli occhialetti da sole di Bono (scelta alquanto impropria per una serata plumbea di metà dicembre, va detto), aveva creduto di mirare alla dentiera di un generalone russo. The Edge morì sul colpo, reincarnandosi in un bimbo dello Sri Lanka costretto con le peggiori minacce a cucire tappeti per venti ore al giorno, alla completa mercè di un giovane fondatore di start up che non fa altro che lamentarsi che se va avanti così, signora mia, dovremo per forza di cose chiudere bottega, il costo della vita, le bollette, il gas, e poi il lavoro che c'è ma non ci sono i giovani che vogliano sacrificare qualche innocente weekend di straordinario non pagato. Quanto a Bono, riportò una frattura scomposta del metatarso destro che, come curioso effetto collaterale, lo privò per sempre della capacità di mangiare i noodles liofilizzati, handicap che a sua volta causò una spaventosa crisi economica globale risolta provvidenzialmente solo dall'intervento in extremis del nuovo presidente del WTO, Gianni Cuperlo.

Meno male che quel giorno manco er Tevere t'ha voluto, Ricciardo, perché come avremmo fatto altrimenti ad affrontare questo mondo senza di te? Sì, vabbè, lo sappiamo, i nani, i polli, la mandragola, il Cristo Pinocchio e i cani del Verano, ma noi non dimentichiamo mai che la vita è il nemico ed è contro la vita che va scatenata la guerra più totale. Ed ora che hai attraversato il guado dell'Acheronte per approdare nel Valhalla, come faremo senza di te? Non faremo: oppure faremo ricordandoti per sempre. Buon vecchio Benson, tu continua pure a serbare odio per i vibrati gallinacei di san Pietro, che una parola buona la mettiamo noi per te.

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