Controfattuale (9 a-c)

Meno male che quella volta Alessandro Orsini, incontrando in uno studio televisivo in rovina il fuggitivo David Parenzo, prima di ordinare l'attacco termonucleare che ne avrebbe messo fine all'esistenza incrociò lo sguardo impaurito e in una certa misura stupefatto di quello che una volta era stato uno degli anchormen di punta della fallita rivoluzione liberal ordinata dall'imperatore dei sette mari Cairo (non egiziano, a dispetto del nome). In fondo, il motivo per cui Orsini si trovava dov'era e Parenzo fuggiva dal mondo si poteva riassumere in un semplice concetto d'icastica potenza: era Orsini, e non Parenzo, a sapere e raccontare le cose che gli altri, in quanto altri, non avrebbero mai detto. Era Orsini, e non Parenzo, a detenere le chiavi di un universo i cui misteri non sarebbero mai potuti essere penetrati in profondità dai lacchè del pensiero unico. E poi, insomma, prendete Orsini e Parenzo e metteteli vicini: un paragone piuttosto impari, non trovate anche voi? Da qualunque parte la si rigirasse Orsini non riusciva a nutrire alcuna pietas cristiana verso il suo avversario. Quell'ultimo sguardo gli ricordò anche un'altra cosa: Parenzo sapeva fare delle buonissime torte salate con uova e spinaci che Orsini, per quanto ci avesse provato, non era mai riuscito a replicare. Ecco perché Parenzo poteva considerarsi nemico del popolo a tutto tondo: ecco perché, come tale, doveva essere immediatamente terminato.

Meno male che il postmoderno era già morto da tempo e il suo cadavere in decomposizione, perché Minimum Fax stava avendo parecchi problemi a rientrare da quel fallimento sesquipedale che era stata la pubblicazione in sei volumi - di crescente spessore - dell'opus letterario del Professor Ritmo, un romanzo così bello che ogni volta che ci si pensa manca il fiato e potete starne certi, non si tratta affatto di Covid. Il punto è che stampare, trasportare e distribuire pile e pile di cofanetti, per complessive 125.000 pagine, aveva il suo costo, specialmente se, come in quell'oscuro e dannato novembre 2035, nel difficoltoso tragitto dal magazzino alla libreria più di un fattorino era rimasto stritolato dal peso della cultura. Per un attimo il Professor Ritmo aveva anche cullato l'idea di fare dello stillicidio umano un'appendice romanzesca autonoma, in pieno ed esecrabilissimo stile postmoderno: ma fu a quel punto che Minimum Fax, con un atto di coraggio pari forse solo a quello di incendiare un motorino in curva durante un derby milanese, decise di rescindere l'oneroso contratto e puntare tutte le rimanenze su una giovane e promettente penna emergente: quella di Massimo Gramellini. La restaurazione poteva finalmente avere inizio.

Meno male che il 25 aprile di svariati anni fa non era successo niente di particolare. Voglio dire, c'era sempre il rischio che all'ultimo poi qualcosa succedesse davvero: un po' come quando ordini una pizza mari e monti, per sbaglio ti portano una viennese e per un attimo, giusto un attimo, ti senti la persona più furiona del mondo, l'araldo della rivoluzione gastroumanistica. Ma no, poi, alla fine, scialli, tutto calmo. Se vi capitasse di leggere il contrario è perché voi, come me, avete la vista disturbata. Poi passa. Esattamente come il 25 aprile. Persino con la stessa ombra dello stesso sorriso sulle labbra.

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