Zeugma n° 20

C'è un fatto abbastanza triste che mi è capitato lo scorso autunno e che vorrei brevemente raccontare giusto per permettere ai più cinici dei nostri ascoltatori di mettersi in un angolo a sogghignare di me e a dire quanto fosse meglio Massimo Riserbo la scorsa stagione, quando si parlava di morte in una puntata e di tette e culi nell'altra. C'è un ordine animale, quello dei soricomorfi, cui appartengono questi buffi esseri che comunemente chiamiamo talpe, indefessi scavatori sotterranei che condividono almeno una cosa con Bocelli (e non è una villa in Toscana con 5000 ettari di parco) e che a vederli così ti farebbero pure tenerezza, non fosse che potrebbero trasformare persino il labirinto di Valsanzibio in una riproduzione fedele del viso di Alex Turner degli Arctic Monkeys quando aveva 17 anni. C'è stato un giorno in cui una colonia di talpe si è presentata di fronte a casa e poche ore dopo il consiglio supremo del soviet condominiale ha unanimemente deliberato in favore della loro estinzione violenta. Io, naturalmente, ero a totale favore delle talpe, ma la mia capacità di spostare gli equilibri è pari a quella di fare una 100 metri ostacoli, dunque il problema non si pone. La mattina seguente un corpicino di talpa, stordito dalle microesplosioni che ne avevano forzato la riemersione, era steso sulla porzione di terreno verde che dà direttamente sulla cucina. Ecco, anche se può non sembrare, c'è una morale in tutta questa storia. Perché ho deciso di raccontare di una talpa? Nessuna ragione. Perché questa puntata sta andando in onda mentre l'Italia sta giocando i quarti di finale? Nessuna ragione. Perché ancora non si riesce a trovare la quadratura del cerchio? Nessuna ragione. Perché i Gogol Bordello insistono a fare dischi? Nessuna ragione. Perché i numeri immaginari si chiamano così se postularne l'esistenza fa stare in piedi i ponti? Nessuna ragione. Ma soprattutto: perché vi chiedete ancora perché?

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