Zeugma n° 2
Ci sono tre donne che scrutano l'orizzonte: una giovane, una non più giovane, una che alla giovinezza può ormai guardare solo con il rimpianto di chi sa che il tempo, quantunque sia un costrutto filosofico, passa per non tornare più. Il loro sguardo è fisso, indecifrabile, perso su un orizzonte che è precluso allo sguardo dell'osservatore esterno. Al che viene spontaneo chiedersi: esiste ciò che non percepiamo? Esiste il mondo aldilà del nostro limitato e fallibile raggio d'azione, delle macchie di materia e dei corpuscoli di luce che per ineffabile casualità si trovano a cozzare nella portata del nostro nervo ottico in una combinazione del tutto aleatoria? Domanda forse oziosa. A chi o a che cosa rivolge il suo enigmatico sorrisino la Gioconda, sfinge impenetrabile di cui ancora non è chiara nemmeno l'identificazione? Nella Vocazione di san Matteo caravaggesca vediamo davvero tutto ciò che c'è da vedere, o nei coni d'ombra messi in plastico rilievo da una luce accecante si nasconde un altro dipinto, sono celati allo sguardo i tratti di tutt'altra storia? Quando Mel Ramsden dipinge i suoi quadrati neri e li correda con una didascalia in cui ci informa che "la natura e la dimensione del contenuto [del dipinto] sono noti solo all'artista", c'è da credergli? Siamo davvero tenuti all'oscuro di qualcosa che c'è, ma non si vede? Ci rimangono solo le presupposizioni. Ci sono tre donne di tre generazioni diverse, assorte nella contemplazione di un muto infinito, con le sottane e i capelli scarmigliati dal vento. Una campagna lunare, ostile, su cui volteggiano le procellarie, solcata da caseggiati isolati, da edifici diroccati. Un sole da sentinella, un albero rachitico che proietta la sua ombra invernale su una terra immota. Uomini soli con i propri orizzonti, fermi, cristallizzati nella contemplazione di un destino possibile. Ci sono tre donne, tre moire nel fango ungherese, il cui sguardo determina l'avvenimento ed è esso stesso avvenimento. Ci sono tre donne che scompaiono nella luce, facendo infine ritorno al proprio casolare. Ma scompaiono poi davvero?
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