Zeugma n° 1

Ci sono lui e lei, impacciati, diversamente silenziosi, immersi in un dialogo senza punti cardinali di cui è difficile comprendere il senso generale, che si segue più per inerzia e lampi associazionistici che per reale coerenza interna. Non c'è niente di meglio di una tempesta di neve in aperta campagna, quella che gli anglofoni chiamano blizzard e i russofoni v'juga, per abbandonarsi ai propri pensieri, interrogare l'altro solo per sapere qualcosa in più su noi stessi - fisici, o forse poeti di versi altrui che nel tempo libero lavorano al proprio lavoro. Ci sono lui e lei, atomizzati e quasi separati da una sottile barriera di incomunicabilità, che vanno ad una cena: una cena lussuosa, certo, in una fattoria sepolta dal ghiaccio in cui vengono allevati maiali verminosi; una cena collettiva in cui dare risposte sbagliate a domande fuori luogo, risposte che cambiano di deissi allo svuotarsi di ogni bicchiere di vino. Ma l'unica cosa che potrebbe anche solo vagamente ricordare il movimento del tempo, come ci insegna la fisica quantistica, è il calore: una variazione al rialzo nell'entropia degli oggetti che orienta quello che chiamiamo "passato" verso ciò che riteniamo "futuro". Capita che una madre ti lavi la divisa di lavoro e un istante dopo, mentre crepita il fuoco nel caminetto di una stanza buia e vuota, vegeti nel proprio letto di morte, circondata da foglietti che danno il nome alle cose - l'essenza linguistica dell'uomo per il Benjamin di Angelus Novus. È rilassante e inquietante assieme, il suono di una centrifuga. Tutto, in fondo, è rilassante e inquietante assieme. Una sciocca commedia di Zemeckis vista in compagnia diverte, in totale solitudine atterrisce. Uno sguardo complice al bar seduce, uno sguardo insistente secca e intimorisce. Un gelato nel cuore della notte acquista valore se ognuno recita bene la sua parte, se la ragazza del bancone sfodera il migliore dei suoi sorrisi neutri, se qualcuno accanto a te fa le smorfie mentre regge lo stecco. Ci sono lui e lei e poi le loro percezioni, elettroni indeterminati in un circuito chiuso. La neve intanto cade, fiocca, insudicia corridoi freschi di mocio e si deposita, con la forza della valanga bergsoniana, sulle pareti della memoria. Ci sono lui e lei, e poi non c'è più nulla.

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