Logico e paraconsistente
Sono dovuto andare a ricontrollare, perché chiaramente non ne ricordavo i dettagli, ma la sostanza sì: Matteo 5, 17-37 , una veemente tirata di Cristo contro chi trasgredisce i precetti che garantiscono l'ingresso al regno dei cieli. Questo regno dei cieli parrebbe essere una destinazione imperdibile (anzi, come diceva un grande filosofo dei nostri tempi, destinazione paradiso città ) se per entrarvi uno debba essere messo in condizione di amputarsi la mano , o deorbitarsi il bulbo , che volente o nolente si ponga in contrasto col grande obiettivo. Ad un certo punto Cristo, come Wittgenstein munito di attizzatoio di fronte ad un giovane Popper, sbraca di brutto ed intona il j'accuse definitivo: guai a chi giura sul Cielo e sul Re, o addirittura su sé stesso, perché, cito testualmente, "non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello". Questo porta ad una sola conclusione: il valore di verità di ogni enunciato prodotto da un individuo nel corso della p