Ah, mici!
Dire che non vado matto per l'ultimo periodo de Il Teatro Degli Orrori - diciamo la seconda metà, gli ultimi due dischi, tanto per capirci - sarebbe un po' un eufemismo. In particolare, oggi come allora, sono convinto che Il Mondo Nuovo , il terzo disco, sia il più classico dei giganti dai piedi d'argilla, un lavoro la cui enorme ambizione ne ottenebra la scrittura e fa collassare tutto sotto il peso di un concept che, nell'ansia di dire tutto, riesce a dire molto poco. Sono anche convinto, tuttavia, che il disco successivo, quello omonimo , non sia affatto così male come lo si dipinge: e che molte delle critiche, a mio avviso ingenerose, che ha catalizzato siano dovute proprio all'ingombrante ombra lunga del suo predecessore. In particolare c'è un pezzo, nella tracklist de Il Teatro Degli Orrori , che a mio avviso è quasi al livello dei grandi classici dell'esordio, Dell'Impero Delle Tenebre (2007) e del disco successivo, A Sangue Freddo (2009).